Da Lukus

Storie e Culture

CUNIS

Con Cunis si identificano tutte le terre emerse conosciute.
Con l’Albero si identifica la penisola al centro di Cunis.
Una ricostruzione delle terre emerse è cosa molto rara.

La Storia

Racconti di un tempo perduto

Gli antichi scritti raccontano che in un remoto e glorioso passato vi era un grande Impero, con Mor come capitale, dopo secoli gloriosi la forza della capitale venne meno, nessuno capì per quale motivo si incrinò questa macchina perfetta che per secoli aveva dominato le terre emerse, ma quel che è certo è che l’impero cadde in rovina falcidiato da numerose lotte interne; un degrado economico, morale e sociale sempre più profondo lo fece sprofondare in una crisi da cui non si sarebbe mai più rialzato.

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Nell’anno 476 dalla grande eclisse, Zaro (422-495), un imperatore di un grande regno ad est chiamato Zarigrad, lasciò la sua capitale, la Città d’Oro, e lanciò la sua armata contro il cuore dell’impero di Mor cogliendola debolezza di un governo ormai corrotto senza più regole e senza più seguito.

La guerra iniziò con i migliori auspici per Zaro, sbarcarono a sud con la sua immensa flotta e dopo averlo facilmente sottomesso risalirono l’Albero,conquistando Mor e le principali fortezze nell’arco di cinque anni ma sottomettere i governi non significò sottomettere il popolo la cui resistenza fu sorprendente e causò numerose perdite al regno di Zarigrad e notevole instabilità su tutto il territorio.

Solo L’arrivo del generale eunuco Narsete cambiò l’esito del conflitto. Giunto con un cospicuo esercito comprendente anche guerrieri mercenari di varie nazioni, Narsete cercò lo scontro aperto contro tutti quelli che si opponevano al domino del suo signore, finendo per sconfiggere uno ad uno ogni oppositore.

Ilconflitto si protrasse per circa un ventennio, devastando l’intera Penisolatanto da portarla a una grave crisi demografica, economica, politica e sociale.Nonostante Zaro avesse promesso fondi per ricostruire la distruzione causata dalla guerra, i danni erano troppo gravi per porvi rimedio in breve tempo.

Mor continuò ad essere una città in rovina, con parecchi edifici devastati dal lungo conflitto. Le campagne erano devastate a tal punto che nessuno pareva in grado di recuperarle. Gli anni seguenti furono funestati, oltre che da un aggravamento delle condizioni di vita dei contadini a causa della forte pressione fiscale, anche da una terribile pestilenza che spopolò ulteriormente l’Albero.

L’Albero ormai era un territorio indebolito e impoverito e non ebbe la forza di opporsi a una nuova invasione questa volta proveniente dal Nord, quella dei Langbart un popolo dalla grande forza militare, capeggiati da Alfwin(527-572) detto l’amico degli elfi.Tra il 568 e il 569 i Langbart occuparono gran parte della Penisola centro-settentrionale. Questa regione costituì il nucleo del Regno dei Langbart, ma alcuni contingenti si spinsero anche a sud, dove costituirono numerosi regni indipendenti.

Con l’invasione di Alfwin la Penisola rimase quindi suddivisa in due grandi zone d’influenza. I Langbart occuparono le aree continentali dell’Albero,mentre gli invasori di Zanigrad conservarono il controllo di gran parte delle zone costiere,incluse le isole. Fulcro delle province di Zaro fu Mor e a Nord -Est Pentapolis,una serie di città fortificate lungo la costa del mar di Atri e Gripuhs la città che controllava il Corridoio la sottile striscia di terra che collegava la zona sotto il controllo di Mor a Pentapolis. Il Potere supremo era esercitato dal Prefetto, che aveva poteri quasi assoluti,sia civili, sia militari e doveva rispondere del suo operato soltanto all’imperatore Zaro,questo portò negli anni una grande indipendenza di questo nuovo stato. Con gli anni la mancanza di un forte potere centrale causò la divisione dei possedimenti di Zarigrad. Così si formarono lo stato di Petri con capitale Mor ela zona di Pentapolis con le cinque città fortificate che per quanto indipendenti mantennero una forte alleanza.

Dopo La morte di Alfwin, vittima nel 572 di una congiura ordita dalla moglie Rosmunda, la corona fu affidata a Clefi (542-574). Trai Langbart il Re era infatti generalmente eletto dall’assemblea del popolo in armi, anche se non mancarono tentativi di rendere ereditaria la trasmissione del potere. A essere eletti re, comunque, erano in genere gli esponenti di alcuni gruppi famigliari, tanto che nel corso della storia di Langbart figurano diverse dinastie.

Clefi estese ulteriormente i confini del regno e tentò di continuare la politica del suo predecessore, volta a spezzare gli istituti giuridico-amministrativi del passato. Nel 574 anche Clefi venne assassinato e non fu nominato alcun successore e i vari possedimenti dei Langbart si divisero e regnarono autonomamente.

In questo periodo si formarono i regni di Lukus, di Tusizien e Sudtusizien.

Lukus

Storie di un tempo perduto

Nei Tempi antichi, secoli prima della Grande Eclisse la regione di Lukus fu dominata dall’antica popolazione degli Enotri furono un’antica popolazione stanziata, secoli prima della fondazione di Spao Lithos. In Mancanza di fonti dirette, le vicende storiche degli Enotri, può essere ricostruita unicamente sulla base delle notizie fornite dalle Tavole. Secondo una visione diffusa, gli Enotri sarebbero giunti in questi luoghi da ovest, grazie al mitico condottiero Entore.

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Grande Fu la guerra che portò Entore a conquistare l’attuale Lukus,poiché grande fu la resistenza dei possenti nomadi che vi abitavano, gli Umbur. Numerosi anni di guerre segnarono queste terre. Poi dalle ceneri e dai cimiteri di questi logoranti decenni nacque un regno unificato dove gli Entori vinsero e sottomisero gli Umbur che mai però abbandonarono le loro montagne e mai vollero veramente integrarsi.

Il Regno fu chiamato Lukus in onore dello spirito del fulmine, spirito che secondo la leggenda proteggeva Entore.

In Onore delle sue vittorie per ringraziare lo spirito del Fulmine Entore decise di costruire la sua capitale nei pressi del bosco sacro dello spirito, fondò la città che fu chiamata SpaoLithos sul Colle dell’Eremita. Furono erette le mura poligonali dette mura ciclopiche, costituite da enormi massi di pietra calcarea in forma poligonale per difendere la ritrovata pace.

Nel 241 prima dell’eclisse, dopo una lunga resistenza, Lukus fu conquistata da Mor. La storia non ha mai spiegato come SpaoLithos fu presa, a Lukus parlano di complotti e tradimenti ma forse la verità si è persa per sempre nel tempo.

Sotto il dominio di Mor, Lukus visse secoli di segregazione, considerando il valore strategico e produttivo di Lukus non impose mai fino in fondo la sua cultura cercando anzi di isolarla il più possibile dal mondo esterno, questi secoli di solitudine forgiarono una popolazione schiva, orgogliosa ma arretrata e superstiziosa.

Nel 467 dopo l’eclisse il regno di Mor cadde in rovina ma Lukus vi rimase sottomessa fino alla conquista di da parte di Alfwin e restaurata dal suo generale Nareste.

Anni Dopo iniziò una sanguinosa e logorante guerra per l’indipendenza raggiunta solo nel 570 e la conseguente nascita del Regno di Spao Lihos.

Grandi e celebrate sono le leggende legate alla guerra di indipendenza durata tre anni e alla estenuante difesa dei cancelli di Spao Lithos nel tentativo di riconquista dei Langbart. Figura chiave per il popolo di Lukus fu Lodel, mitico guerriero proveniente dal sud che grazie alla sua audacia e al suo carisma ha saputo riunire tutto il popolo, diviso da secoli di oppressione, sotto un unico stendardo fondando il glorioso ordine degli Hul’Naus Kalith che dell’antica e ormai dimenticata lingua di Lukus significa“Uniti nel Coraggio”.Molti giovani guidati dal desiderio di una agognata e mai avuta libertà si unirono a Lodel e ben presto questo ordine fu la guida e il motore della rivincita sugli oppressori, grazie al popolo che si fece trascinare nell’impresa dal prode condottiero.

Conclusa Vittoriosamente la guerra, fu elevato a Re per acclamazione uno dei principali finanziatori e fautori della guerra di indipendenza, Faroald I(540-592). Si racconta che Lodel abbia con estrema umiltà rifiutato di proporsi come Re e ristabilita la pace se ne andò senza lasciare traccia. Il popolo volle comunque celebrarlo ergendo una magnifica statua che ancora oggi adorna la piazza dove fu celebrata la vittoria e l’indipendenza. E tuttora si celebra una delle più sentite feste dello stato intitolata al mitico condottiero.

Per difendere la ritrovata libertà furono intraprese una grandi opere di fortificazione per tutta Spao Lithos e per la sua possente rocca questo richiese molti anni e grandi sacrifici ma conclusa questa incredibili opere la città fu conosciuta come la citta delle centotorri.

Quando Tutto fu concluso fu Re Egid detto “’l’Incappucciato” ad inaugurare questa nuova e incredibile fortificazione e da quel momento iniziò un lungo periodo di pace e prosperità.

Varie Dinastie si susseguirono mantenendo una relativa pace, Lukus rimase un regno legato ai vecchi ideali, viveva di pastorizia ed agricoltura grazie ai suoi terreni fertili e alla sua gente laboriosa, il popolo si sentiva protetto,nella ferma convinzione che la Rocca di Spao Lithos non sarebbe mai caduta.

Nel 1114, salì al trono Aibor III (1090-1155), si diceva che nelle sua famiglia scorresse il nobile sangue di Alfwin. Quel che è certo è che il sangue fu versato per farlo sedere sul trono.

Aibor sposò Lucretia secondogenita di Re Bertold I (1066-1114) e quindi non sarebbe stato il suo destino governare. I libri di storia parlano di un tragico incidente del fratello maggiore di Lucretia, Rainald I (1084-1105),durante una giostra di cavalieri in cui era solito mettersi in mostra, ma i misteri sulla sua morte sono ancora irrisolti e tra il popolo serpeggia ancora oggi il dubbio che un complotto fu ordito da Aibor stesso per succedere al Re Bertold I.

Lucretia morì dopo una lunga malattia nel 1150 quando il loro unico figlio, Lacenor (1138-1155) aveva 22 anni.

Aibor fu un Re temuto e rispettato fino a quando nella primavera del 1155, dopo il triste incidente /attentato (dipende da chi racconta la storia) capitato a Eric, erede della ricca e vicina città di Griphus a Petri mentre era in visita nella possente Spao Lithos, fu decapitato dal suo figlio Lacenor. Gli storici ancora si interrogano sul perché di questo terribile gesto.

Quello che è certo è che Re Frederik detto “il figlio del fuoco” di Griphus invase Lukus e dopo un terribile assedio sottomise Spao Lithos.

Grande fu la resistenza organizzata da Lacenor ma Frederik riunì un enorme esercito mercenario comandato da Egid detto“il Toro” e nulla poté fermarlo. Prima Lacenor, poi la città ed infine tutta Lukus caddero per mano di Federik che sazio per la sua vendetta consegnò la nuova conquista a Mor che,dicono, aveva segretamente finanziato la guerra. Era il 27 Luglio 1155

Oggi Tutta Lukus è dominata con il pugno di ferro da Corrad di Ursilghen fedele a Mor, il popolo soffre ma l’indipendenza ormai sembra un sogno lontano.

Petri

Storie di un tempo perduto

Leggende Raccontano che nel 243 prima dell’eclisse Mor era solo una piccola città fondata da due uomini lupo arrivati da terre lontane con l’ambizione di dominare il mondo, incredibilmente in breve tempo grazie ai suoi implacabili guerrieri e la sua ferrea organizzazione questo sogno diventò realtà e la piccola città allargò i suoi confini sul mondo intero.

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Per Centinaia di anni Mor è stata il centro di tutta Cunis,il suo impero si estendeva oltre le terre conosciute, quelli sono ricordati come secoli di grande progresso culturale, economico e tecnologico. Mor era la culla di Cunis e tutto è ricordato come se fosse un paradiso in terra.

Circa 300 anni dopo la grande eclisse che sconvolse Cunis, la città di Mor cadde in un inesorabile declino, tutto fu corrotto, tutto marcì. Si racconta di epidemie, pozzi avvelenati, di regnanti che divoravano il paese stesso facendo marcire tutto e tutti. Mor cadde,fu l’anarchia in tutto l’Albero,in tutta Cunis. Fu il caos.

Le Alleanze furono dimenticate, la violenza dilagò e tutto fu bruciato.

Nel 467 sfruttandola situazione Zaro conquistò Mor e quasi tutto l’Albero,l’anarchia si tramutò in guerra contro l’invasore, ma fu solo questione di tempo prima che Zaro sottomise tutto e tutti.

I Territori dell’Albero ormai indeboliti e impoveriti, non ebbero la forza di opporsi a una nuova invasione questa volta proveniente dal Nord, quella dei Langbart un popolo nomade dalla grande forza militare, capeggiati da Alfwin detto l’amico degli elfi.Tra il 568 e il 569 i Langbart occuparono gran parte della Penisola centro-settentrionale. Questa regione costituì il nucleo del Regno dei Langbart, ma alcuni contingenti si spinsero anche a sud, dove costituirono numerosi regni indipendenti.

Con l’ invasione di Alfwin la Penisola rimase quindi suddivisa in due grandi zone d’influenza. I Langbart occuparono le aree continentali della Penisola, mentre gli invasori di Zarigrad conservarono il controllo di gran parte delle zone costiere, incluse le isole. Fulcro delle province di Zaro fu Mor e a Nord-est Pentapolis,una serie di città fortificate lungo la costa del mar di Atri e Gripuhs la città che controllava il Corridoio la sottile striscia di terra che collegavala zona di Mor a Pentapolis. Il Potere supremo era esercitato dal Prefetto, che aveva poteri quasi assoluti,sia civili, sia militari e doveva rispondere del suo operato soltanto all’imperatore Zaro,questo portò negli anni una grande indipendenza di questo nuovo stato. Con gli anni la mancanza di un forte potere centrale causò la divisione dei possedimenti dei Zarigrad. Così si formarono lo stato di Petri con capitale Mor e la zona di Pentapolis con le cinque città fortificate che per quanto indipendenti mantennero una forte alleanza.

Con il tempo delegittimato il Prefetto, la città di Mor si riorganizzò politicamente, ora la città e quindi lo stato è controllato dai capi di dodici famiglie che nominano ognuna un rappresentante chiamato i l”Cardine Scarlatto”.

Tra Questi viene eletto il Pontifex, che detiene poteri assoluti sia in campo civile che religioso essendo anche la guida spirituale del diffuso culto di Elohim.

Il Popolo di Petri vive nella nostalgia di un grande passato ormai quasi dimenticato, sono un popolo aperto volto al commercio e molto ambizioso, in passato furono i dominatori di tutta Cunis e non saranno mai servi di altre nazioni. Petri sta vivendo un periodo di contraddizioni, alcune città sono fiorenti, alcune vivono del degrado e della disperazione. Alcuni nobili o mercanti vivono nella ricchezza, il ceto basso ha perso ogni speranza nel domani.

La Religione

Storie di un tempo perduto

Gli antichi scritti raccontano che in un remoto e glorioso passato vi era un grande Impero, con Mor come capitale, dopo secoli gloriosi la forza della capitale venne meno, nessuno capì per quale motivo si incrinò questa macchina perfetta che per secoli aveva dominato le terre emerse, ma quel che è certo è che l’impero cadde in rovina falcidiato da numerose lotte interne; un degrado economico, morale e sociale sempre più profondo lo fece sprofondare in una crisi da cui non si sarebbe mai più rialzato.

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CREAZIONE

Molto Tempo prima che Cunis sorgesse dall’oscurità non esisteva niente, solo il buio era ovunque. Improvvisamente Dal buio emerse un sottile disco, giallo da un lato e bianco dall’altro, che appariva sospeso a mezz’aria. All’interno del disco sedeva un piccolo uomo, Veltun, “L’Autore” “Colui che vive al disopra”. Quando egli guardò nel buio infinito, la luce apparve in alto. Egli guardò in giù e divenne un mare di luce. A est, egli creò le strisce gialle dell’alba. Ad ovest, tinte di diversi colori apparvero ovunque.

Egli Creò anche le tre Dee: la dea della Luce Thesan , la dea della Terra Cibele e la Dea dell’Oscurità Aita.Poi creò gli spiriti di tutto ciò che era e sarà. Quindi il Creatore creò il resto degli esseri e delle bellezze della Terra che divennero feconde.

Contento Del proprio lavoro creò gli animali della foresta: uccelli, cervi, lupi,serpenti. Venne loro detto di moltiplicarsi e spargersi, e lodare gli spiriti. Ma gli animali non facevano altro che stridere e ululare ciò non piacque agli dei che resero gli animali essere inferiori, e destinati a divenire servitori di chiunque avrebbe adorato gli spiriti.

Veltun creò l’uomo dal legno, ma gli uomini di legno non si rivelarono altro che essere attivi ma senza cervello; Veltun allora compì un altro tentativo di creare una razza convenientemente rispettosa, e plasmò gli esseri umani a partire da un impasto di farina e olio, i primi esemplari furono 4 esseri. Avevano vista, udito, movimento, parola ed erano molto saggi, pieni di riconoscenza verso i loro creatori elevarono lodi agli spiriti. Le facoltà di questi uomini li rendeva troppo simili agli dei così fu deciso di soffiare nebbia nei loro occhi e per limitare la loro capacità di conoscere e fecero in modo che si scontrassero con il mistero per mettere alla prova la loro volontà.

PANTHEON

La Religione tradizionale prevede il culto di quattro Dei:

Veltun è il Dio creatore di ogni cosa viene pregato ed invocato ma non esistono templi in suo onore poiché tutto il creato è il suo tempio, Thesan è la Dea della Luce, di tutto ciò che è buono, della fortuna e della ricchezza. Cibele è la Dea della terra, del raccolto e della vita. Infine Aita è la dea della Morte, della Notte e del destino ineluttabile.

Accanto a questi dei si adorano gli Spiriti creati da Veltun che rendono possibile il manifestarsi del creato e lo proteggono. Lo spirito del Fulmine, lo spirito dell’Acqua, lo spirito dei Boschi, lo spirito della Guerra,ecc, solitamente sono chiamati con la manifestazione che rappresentano ma non è raro che alcune comunità particolarmente legate ad uno spirito gli diano un nome specifico (es. Lukus per gli antichi Entori).

Di Recente, ma non si sa bene da quando, a Petri si sta sviluppando con fervore un antico culto legato ad un solo Dio, Elohim, di questo culto si sa ancora poco ma pare che pian piano si stia diffondendo rapidamente in tutta Petri ea Pentapolis soprattutto nei ceti più disagiati e disperati.

Pare Che i profeti di Elohim diventino sempre di più, essi descrivono il loro Dio come l’Unico vero Dio, dicono che Veltun sia solo stato un modo errato di chiamare e concepire Elohim, lui è il Dio creatore di ogni cosa, non esistono altri dei non esistono spiriti ma solo manifestazioni diverse di Elohim. I Tempi sono bui perché gli uomini si sono dimenticati di lui. Si racconta che anche in passato l’umanità commise lo stesso errore e Elohim come monito fece calare la lunga notte, quella che fu chiamata la Grande Eclisse ma che loro chiamano l’Ombra.Ma gli uomini non hanno capito, se essi si vogliono salvare devono abbracciare l’unica vera fede ed abbandonare le mistificazioni create in questi secoli di errori; solo allora il mondo si risolleverà poiché Elohim camminerà tra gli uomini, premierà i giusti e punirà gli infedeli, senza distinzione di ceto o ricchezza renderà tutti felici, riempendo il mondo di pace e abbondanza.

LA GRANDE ECLISSE

Tutti I popoli di Cunis concordano sul fatto che più di 1200 anni fa, sul finire dell’anno, il mondo intero fu scosso da una profonda catastrofe,pare che il sole si oscurò per 100 giorni, l’inverno diventò implacabile, gelo e morte ricoprirono Cunis, alcune storie raccontano anche di morti che tornavano in vita e di razzie portate da bestie che dimoravano nelle viscere della terra.

Ogni Popolo ha la sua teoria sul perché l’eclissi sia giunta e perché sia conclusa,

I Popoli più religiosi credono che Aita abbia fatto bere una pozione di sonno a Thesan invidiosa del fatto che gli uomini amassero la dea della luce e temessero l’oscurità, ma che Thesan svegliandosi spiegò alla sorella che amore e odio sono necessari a questo mondo.

Altri pensano che un possente drago si sia addormentato sul Sole oscurando la superficie e facendo calare l’ombra sul mondo, finché risvegliatosi dal suo lungo sonno è volato via.

Altri credono che dei maghi manipolarono l’universo ma Veltun li punì loro il mondo per insegnare l’umiltà.

Altri,invece, che un grande albero nacque e si seccò sul Sole oscurandolo.

Infine I nuovi seguaci di Elohim, la vedono come una punizione perché non si è dimenticato il vero Dio.

Tanto Fu dura la ripresa che tutti i popoli ripresero a contare gli anni da quel giorno lontano in cui il sole si oscurò.