Freya
Hul'Naus Kalilth
Decisi quindi di seguirli, per la mia redenzione, per mio padre, per quella città che mi aveva accolta nonostante tutto. Da quel momento, ho sempre cercato di migliorare le mie arti cerusiche e di combattimento. Per il bene di questo gruppo, ho cercato in tutti i modi di farmi notare dell’ormai ex capitano Erre per poter andare a combattere con loro a Vilegis. Nonostante tutto, ogni volta venivo rifiutata perché considerata ancora immatura..

Persona mite che ha tendenza a fissarti senza proferire alcuna parola. A volte la si può vedere urlare in battaglia, uno dei pochi momenti in cui sembra esserci una scintilla in quei occhi.

Ho portato il sangue di Freya
Chi Sei?
Professione
Viandante
L'infanzia
Mi chiamo Freya. Almeno, così hanno deciso per me. Non ricordo molto della mia infanzia, la gente narra che sono stata trovata nella foresta, vicino a una ridente città che si affaccia sul lago di Nidwen, da dei cacciatori durante il loro servizio. A uno di loro prese un colpo quando mi vide, convinto che fossi un qualche spirito maligno venuto a portar sventura. Decisero così di portarmi al cospetto del loro re, che mi giudicò innocua e mi diede quel nome. Vagabondai per un po’ nella città, feci un paio di lavori come serva in alloggi di alchimisti, menestrelli e maestri d’ascia. Ma molti erano impauriti da questa ragazzina che fissava la gente con i suoi grandi occhi senza proferire parola alcuna, per cui, decisero che era meglio che non fossi più lì e mi vendettero per una manciata di monete ad un straniero di passaggio. Fui più fortunata io rispetto agli abitanti, poiché pochi anni dopo un fuoco rase al suolo quella piccola perla riflessa nella calma piatta di Nidwen. L’uomo che mi accolse con sé era d’indole buona, gentile, anche se scoprii solo dopo parecchio tempo il perché di tutta quella gentilezza. Mi insegnò a leggere e parlare, l’arte della guarigione, della nascita e della morte. Mi insegnò anche a combattere, poiché, talvolta, alcuni briganti decidevano di venire a bussare alla nostra porta per derubarci, sempre con scarsi risultati dato la bravura dell’uomo con i coltelli. Mi applicavo, imparavo e cercavo di non fissare più la gente. Poi, un giorno, non capii nell’immediato cosa stava accadendo. Quell’uomo, che ormai chiamavo padre, mi svegliò, mi diede un fagotto e mi ordinò di andare via, scappare, lontano dalla città in mezzo ai boschi, che sicuramente sarei riuscita a sopravvivere. Con la bocca ancora impastata, la vista sfuocata compresi solo una cosa: che lui non sarebbe venuto con me. Mi diede un bacio in fronte e mi spinse nella direzione opposta alla sua. Armato con i suoi coltelli e avvolto nel suo mantello, corse su, verso la fortezza della sua amata città e io via, all’opposto nei boschi, lontano dal clangore del ferro. Ripresi a errare nel nulla, con sensi di colpa che mi tormentavano la notte, quasi convinta che quello che successe a Spao Lithos fosse causa mia.. Forse ero veramente uno spirito maligno? Dopo mesi, in mezzo alle montagne, mi imbattei in una cerchia di persone i cui volti erano illuminati dalle fiamme e un uomo che cantava le gesta della città che abbandonai. Dallo stupore, feci cadere il coltello a terra e mi videro, stavo per essere uccisa ma qualcuno mi salvò riconoscendomi.
Paure
Il fuoco
Passioni
Scoprire cose nuove, fuori da Spao Lithos viaggia per il mondo alla scoperta di nuove cose.
Perchè Hul'Naus
Qualche anno fa, Zarion si è accorto della mia tenacia, per cui ha deciso di lasciarmi andare con gli altri a lottare. Ora anch’io sono maturata, anch’io potrò essere utile.
Obiettivo
Rendere il Ducato un luogo sicuro e vivibile per i suoi abitanti.